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25 febbraio 2016

inaugurazione mostra 5 / evento speciale

à la frontière…!

DOPPIO APPUNTAMENTO ALLO STUDIO TOMMASEO A CONCLUSIONE DI “À LA FRONTIÈRE…!
OLD AND NEW BORDERS IN EUROPE”

Martedì 1 marzo: inaugurazione della MOSTRA #5 / GRZEGORZ DĄBROWSKI / albom.pl.
Mercoledì 2 marzo: EVENTO SPECIALE / conversazioni con Luigi Arpini, Dragan  Simeunović e Francesco Magris / concerto di Giovanni Floreani

Grzegorz Dąbrowski, una fotografia dal progetto

 

Il progetto À la frontière…! Old and new borders in Europe, che ha portato a Trieste dal 9 gennaio 4 mostre realizzate da artisti provenienti da Bosnia, Lituania, Slovacchia, Polonia e Ucraina, inserite in un ricco programma di eventi collaterali, si conclude con l’ultima mostra in programma, la numero #5, allo Studio Tommaseo da martedì 1 marzo e con un evento speciale mercoledì 2 marzo dedicato a Tadeuz Kantor e al tema del confine.

Martedì 1 marzo, la mostra #5: nell’estate del 2014 un gruppo di etnografi, tra cui il fotografo e giornalista Grzegorz Dąbrowski, ha fatto una spedizione sul campo durante la quale ha visitato sette città situate lungo entrambi i lati della frontiera polacco-bielorussa (Kleszczele e Grodek in Polonia, Sopoćkinie, Lunna, Wołpa, Wołkowysk e Kamieniec in Bielorussia). Il gruppo di studio era alla ricerca di vecchie fotografie d’archivio (sono state documentate e digitalizzate circa 2.300 fotografie provenienti da archivi privati), ma ciò che ha trovato si è rivelato molto di più…
La complessità della storia di queste terre emerge dallo studio di questo materiale fotografico. Esplorando soffitte e cantine, collezioni private dei residenti, foto di famiglia e collezioni di appassionati, le religioni, le diverse culture e condizioni sociali vengono raccontate dalle foto, insieme alle dolorose perdite e alle lacerazioni dovute alla guerra, alle persecuzioni religiose. Un tesoro etnografico, che ricostruisce il passato con immagini private, iconografia rurale, di usanze religiose – cattoliche e ortodosse – semplici tragiche storie di famiglie e vite di confine.
Grzegorz Dąbrowski è un fotografo e curatore polacco e un giornalista della “Gazeta Wyborcza” di Varsavia. Ha lavorato sugli archivi dei fotografi Bolesław Augustis, Antoni Drodowski, Jerzy Kostko e Jan Siwicki e ha documentato, nel 2013-2014 e con Urszula Dąbrowska e Rafak Siderski, il confine polacco-bielorusso nel progetto albom.pl.
La mostra sarà inaugurata alle 18.30, preceduta alle 18.00 da una conversazione tra Grzegorz Dąbrowski e la curatrice del progetto Gabriella Cardazzo.

Mercoledì 2 marzo: il programma prevede una serie di approfondimenti sulle problematiche del “limite”, inteso non solo come confine tra stati e popoli diversi.
Si inizia alle 17.00 con una conversazione con Luigi Arpini, scrittore e drammaturgo, esperto di teatro e studioso di Kantor, dal titolo “Il limite e lo specchio – Kantor in scena”.
Alle 17.30 sarà proiettata una sequenza dal film “Today is my birthday”di Marek Adamczyk sulla ultima performance di Tadeuz Kantor, lasciata incompiuta. Uno dei lavori con maggiori tratti autobiografici dell’artista: sul palco infatti ci sono i sui quadri, riferimenti alla sua famiglia, alla guerra, al suo settantacinquesimo compleanno. Da questo lavoro è tratta la frase À la frontière…! che ha ispirato tutto il progetto triestino.
Alle 18 Dragan  Simeunović, professore di scienze politiche all’università di Belgrado e membro dell’Accademia delle Scienze e delle Arti serba parlerà sul tema “The Culture of the Border and the Crisis”, la cultura del confine e la crisi.
Alle 18.30 discuteremo con Francesco Magris, professore all’Università di Tours e scrittore, il suo ultimo libro “Al margine”.
Infine i tre relatori dialogheranno con il pubblico.
A chiusura della serata il musicista friulano Giovanni Floreani terrà un’originale performance musicale in cui contaminazioni legate all’area Mitteleuropea (Friuli, Austria, Slovenia) si fondono con influenze dal repertorio di musica classica e elettronica. Questo autore è il fondatore, nel 1999, del gruppo Strepitz che infatti lavora sul senso di “mescolanza” e di modificazione continua tipici dei progetti musicali dei territori di confine.

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