programma

25 Febbraio 2017

videospritz triestecontemporanea. diego perrone

inizio proiezioni alle ore 18.30

Studio Tommaseo, Trieste, via del Monte 2/1
sabato 25 febbraio 2017, ore 18.30

Sabato 25 febbraio Trieste Contemporanea e RAVE East Village Artist Residency sono liete di presentare in anteprima assoluta l’opera video Piedi realizzata da DIEGO PERRONE per l’edizione RAVE 2015. L’evento avviene a Trieste a cura di RAVE – East Village Artist Residency, in collaborazione con Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong e Studio Tommaseo, nella cornice degli incontri internazionali con la videoarte VIDEOSPRITZ promossi da Trieste Contemporanea, con l’adesione dell’enoteca Bere Bene.

Dopo un’introduzione di Isabella Pers (RAVE – East Village Artist Residency) sul lavoro svolto da Perrone in residenza, questa speciale prima visione vedrà la partecipazione di quattro giovani storiche dell’arte e curatrici: Eva Basso, Virginia Dordei, Valeria Lello e Martina Peruch, che commenteranno con l’Autore i quattro video proiettati nella serata e la ricerca artistica di Diego Perrone, in bilico fra dimensione onirica e realtà tangibile, fra ciò che esiste realmente e ciò che esiste solo come possibilità.

Le opere dell’artista astigiano sono presenti in molti dei maggiori musei del mondo, tra cui il MAXXI di Roma, il Museion di Bolzano, il Guggenheim di New York e il Centre Pompidou di Parigi. Ha partecipato alla 53a Biennale di Venezia Il Palazzo Enciclopedico, alla 4th Berlin Biennale for Contemporary Art, alla 11th Triennale India, New Delhi, alla Moscow Biennale of Contemporary Art 2005, Mosca, e alla 50a Biennale di Venezia The Zone. Ha esposto in numerosi musei tra cui il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, il Museo MAN, Nuoro, il Museum of Contemporary Art, Zagabria, la Triennale, GAM e PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Museum of Contemporary Art, Chicago.

RAVE è un progetto realizzato in collaborazione con Trieste Contemporanea, Gallinae in Fabula, OIPA-Organizzazione Internazionale Protezione Animali, Musiz Foundation, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il supporto di Altevie Technologies. Main partner: Vulcano unità di produzione contemporanea.

PROIEZIONI

courtesy RAVE:

Piedi (2016, video, 6’22”)
realizzato per la residenza d’artista RAVE 2015
prima assoluta
La processualità, intesa come progressione di momenti conseguenti ed evoluzione naturale di forme, è aspetto centrale del progetto video PIEDI (6’22”) nato a RAVE, che verrà presentato in anteprima durante l’incontro a TriesteContemporanea. Il focus di Perrone in questo lavoro non è quindi il riferimento all’animale in sé – sempre presente a se stesso, a differenza dell’uomo che spesso vive proiettato verso il futuro o il passato – ma la processualità stessa del lavoro.
Un gruppo di bambini è andato nel prato a conoscere dei nuovi ospiti: Vincent e Pedro, un asino e una capra da poco salvati dal mattatoio. Dopo aver incontrato i due animali non umani e aver giocato con loro, i bambini hanno dato vita a delle azioni che richiedono collaborazione reciproca e l’assunzione da parte del singolo di un ruolo momentaneo necessario all’altro. Inoltre l’uso della camera digitale da parte dei bambini, al posto di comuni matite, dà luogo ad immagini inaspettate ed alla riflessione su quale sia il ruolo dell’età in relazione alla consapevolezza di essere artista e l’accettazione del sistema.
Riprese e montaggio di Paolo Comuzzi.

courtesy Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong:

Vicino a Torino muore un cane vecchio (2003, animazione digitale in 3D, 5’ 20’)
Non c’è una narrazione lineare e definita ma il ruolo dello spettatore si va a sovrapporre a quello di un anonimo testimone che si ritrova a guardare gli ultimi attimi di vita di un cane di cui non sa niente, tranne le poche informazioni che vengono fornite nel titolo. Ci troviamo quindi fuori Torino e quello che ci viene mostrato è la desolante brutalità di una morte normale, senza particolare picchi di dolore e senza schizzi di sangue. Così tiepida nella sua linearità che non si riesce nemmeno a distinguere il momento preciso in cui il cuore smette di battere, se non perché un’anormale fissità lo suggerisce.
Sono gli ultimi istanti di vita di un cane totalmente inventati ma descritti nel modo più dettagliato possibile. Ci sentiamo tristi anche se sappiamo che in fondo non è successo niente.

I Verdi Giorni (2000, cartone animato, 2’ 30’’)
Un anonimo parchetto di periferia, una strada, qualche albero. Potremmo essere in qualunque città d’Italia, punteggiata com’è non solo di monumenti che tolgono il fiato, ma anche di paesaggi urbani dimenticati. Una piazza desolata fa da sfondo a un pomeriggio di giochi di quattro ragazzini. Due di loro sono gemelli omozigoti, due gocce d’acqua. La videocamera inquadra i quattro protagonisti che si azzuffano e se le danno di santa ragione per tutto il film. Una lotta? Un gioco? I loro movimenti non sono eccessivi, anzi, ricalcano gesti consueti di bambini maneschi: i graffi, i morsi e gli sputi sono gli elementi centrali di una sceneggiatura per azioni. I disegni sono piuttosto classici, di una qualità media televisiva semplice e schematica, con pochi dettagli non particolarmente espressivi.

Senza titolo (1994, video, 15’)
Una camera fissa su una coppia di oche in un interno domestico con il pavimento sporco e il muro scrostato.
Catapultate in un ambiente cui sono palesemente estranee, per tutta la durata del video si crea nello spettatore una tensione generata dalla rassicurante aspettativa che qualcosa arriverà a giustificare un crescente imbarazzo.