Trieste Contemporanea dicembre 2002 n.10/11
 
Croazia: cos'e' cambiato nel campo dell' arte
I finanziamenti per la cultura

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di Janka Vukmir

“La guerra e le sue conseguenze hanno caratterizzato gli anni Novanta in Croazia. Le infrastrutture istituzionali della cultura erano ereditate dal passato socialista e non erano quindi molto sviluppate. Le conseguenze di questo periodo di stagnazione sono oggi il più grande problema. Grazie ai cambiamenti politici sono nate istituzioni non governative, tra cui il nostro Istituto d’Arte Contemporanea, allora SCCA Zagabria, che era parte delle Fondazioni Soros, l’unica istituzione a fornire sussidi nella vita culturale croata. Nei primi anni della nostra attività non c’era assolutamente possibilità di recuperare fondi: la ragione principale è che il lavoro della Fondazione Soros non era politicamente adatto al paese e noi non eravamo degni neanche di ricevere una risposta dal Ministero o dalla Municipalità. Nei rapporti con l’estero avevamo due ostacoli: eravamo un’istituzione croata e avevamo un finanziatore ricco, Soros. A parte la sua fondazione non c’erano nel paese altre istituzioni se non amministrazioni statali. In quegli anni la collaborazione con altre istituzioni era doppia: una parte era pronta e l’altra no. Per collaborazione intendo essere pronti a chiedere sovvenzioni, ad offrire uno spazio espositivo e a cooperare nelle immense attività di documentazione. Per non collaborazione intendo non accettare l’idea di ricevere sovvenzioni da Soros, nemmeno per pagare l’affitto dei locali, e non voler lavorare con istituzioni statali né con SCCA. Le cose migliorarono ma nel 1998, quando diventammo un’istituzione indipendente, non si capì il grande cambiamento, c’era solo delusione per la mancanza del denaro accordato.
L’amministrazione culturale statale non ha mai capito la differenza tra il funzionamento dei fondi statali e quello dei sussidi delle istituzioni indipendenti. Di queste ce ne erano davvero poche e nessun’altra dedicata espressamente alle arti visive. Ancora oggi, quando otteniamo l’approvazione di un progetto in parte finanziato dai fondi croati, costi come le bollette del telefono e le altre spese d’ufficio spesso non vengono coperti. E non ci sono segnali perché ciò cambi.
Le elezioni del 2000 in Croazia hanno molto cambiato le cose e proprio nel novembre 2003 ci sono altre elezioni: pur essendo un’istituzione non governativa, noi dipendiamo ancora molto dai cambiamenti politici. Questo ci dice come il sistema culturale non funzioni bene e come non ci siano regole che supportino o tutelino le istituzioni non governative e no profit. Ma complessivamente la situazione è cambiata molto. Ci sono settori aperti al pubblico dove tutti possono discutere, dibattere, criticare ed esprimere opinioni. Gli uffici amministrativi sono aperti per accogliere suggerimenti, come poi li applichino è un’altra questione. Ma a volte ci sono reazioni positive: le collaborazioni tra istituzioni culturali sono ancora a livello giuridico ma adesso gli ostacoli non sono una faccenda esterna, provengono probabilmente dalla mancanza di comprensione della reale forza di collaborazione e dall’inerzia. La maggior parte dei progetti di collaborazione prevede uno scambio e non una vera cooperazione. In questo senso, essendo istituzioni non governative noi non incontriamo problemi, al contrario solo quest’anno abbiamo realizzato sedici mostre in altrettanti posti, tutti in collaborazione o in coproduzione con altre istituzioni, governative o private. Riguardo i finanziamenti possiamo rammaricarci che non ci siano altre risorse per la cultura in Croazia se non quelle statali. Siccome la Fondazione Soros ha smesso completamente l’attività, abbiamo solo una nuova risorsa privata, FACE Croazia (Fondo per le Arti e lo Scambio culturale, Croazia), situata a Zagabria ma operante dagli USA. Tra le donazioni societarie c’è solo una banca locale, la Zagrebacka Banka, con una gara annuale nel settore culturale. E ciò di cui siamo molto orgogliosi è che nel 2003 abbiamo cominciato a distribuire nuovamente sovvenzioni agli artisti, questa volta per la produzione dei loro lavori, per le loro mostre personali. Altra novità nel sistema di finanziamento culturale è il progetto che abbiamo raggiunto in collaborazione con HT mobile (operatore locale di un network di telefonia mobile). Questa è la prima volta che, posso dirlo senza falsa modestia, una compagnia croata partecipa a un progetto in collaborazione con un’istituzione culturale, in un clima di associazione equa (non solo sponsorizzando il progetto), progetto indirizzato a sostenere gli artisti e la produzione di arte contemporanea. Parallelamente il governo in Croazia ha creato un ufficio, l’ufficio per le istituzioni non governative, con l’idea di sostenere le loro attività. La politica dell’ufficio è fortemente incentrata sullo sviluppo di una società civile ma non considera l’attività culturale come qualcosa che sta contribuendo alla società civile. Il massimo sforzo all’interno della cultura sta nel preservare il patrimonio esistente.
Nel mio lavoro al momento sono concentrata su due direzioni: per prima cosa voglio includere un numero maggiore di società, imprese o associazioni a scopo di lucro per le collaborazioni in campo culturale, poi spero che l’amministrazione apporterà qualche regolamentazione riguardo il lavoro delle associazioni no profit in Croazia. L’evento più importante del prossimo futuro saranno tutti quei passi amministrativi per essere garantiti dal Ministero, che saranno condizioni necessarie per avvicinarsi sempre più alla Comunità Europea. E ciò che deve succedere un giorno è il continuo successo di pubblico dell’arte, dal momento che in passato abbiamo assistito progressivamente all’esatto contrario. Ciò mi renderà molto felice.”
 
 

 

 
 
 
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