Trieste Contemporanea novembre 2001 n.8
 
Quali sono le strategie dell' Unione Europea per
 aiutare la circolazione della cultura?
Puntare ai Media

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di Paul Hartig

Ci sono dei criteri di selezione, tuttavia bisogna ricordare che i gestori dei programmi sono i paesi dell’Europa centrale e, almeno per ora, non è prevista la partecipazione dei paesi balcanici in questi programmi. Quanto alla questione di nazione e nazionalità vi posso dire che cosa significa per me che ho come compito quello di promuovere la cooperazione fra i 17 paesi dell’INCE nel campo della cultura. Chiaramente i miei interlocutori sono in primo luogo i governi e i Ministeri della Cultura che in alcuni casi hanno politiche culturali ben definite e in altri casi si stanno impegnando per individuare un orientamento. Spesso non hanno un’idea precisa su come promuovere l’arte nazionale ma tutti, in egual misura, sentono che l’espressione culturale e l’identità culturale sono gli elementi fondamentali di un ambito culturale. Di conseguenza le amministrazioni pubbliche tendono a porre l’enfasi sull’identità culturale locale con l’obiettivo di trasferirla dal contesto locale regionale o nazionale alla sfera internazionale o globale. I mezzi per ottenere questo scopo sono relativamente semplici: da un lato ci sono manifestazioni come la Biennale di Venezia o altre vetrine internazionali, che, è importante ammetterlo, afferiscono a un unico grande sistema commerciale che può portare ad un certo contesto artistico il riconoscimento della scena internazionale. L’altra possibilità è di affidarsi in termini pratici all’ingegnosità e al talento commerciale delle gallerie internazionali, siano esse a New York o Roma, e di confidare che queste riescano, grazie ai loro contatti con musei di tutto il mondo, a trasformare prodotti locali in simboli internazionali di quel particolare contesto. Se penso al mio ruolo come a quello di un manager mi trovo a dover fare i conti con dei dilemmi non facilmente risolvibili. Cosa fare per indirizzare le amministrazioni pubbliche in questo senso? E’ meglio partire dal contesto locale o dai modelli e dei rappresentanti internazionalmente riconosciuti di quel particolare contesto? Queste sono solo alcune delle problematiche che ci si trova affrontare nel campo della gestione internazionale dell’arte. Senza alcun dubbio i media giocano un ruolo centrale nelle complesse relazioni che intercorrono tra l’arte, il pubblico e le relazioni pubbliche tant’è che la gestione della cultura non può operare in assenza di un profondo e intimo legame con i media. E questo vale anche per le gallerie e le istituzioni. Coloro che, come noi, lavorano nel campo della gestione internazionale della cooperazione devono essere perfettamente coscienti che molta parte della loro attività è legata ai media. Per quanto riguarda l’Unione Europea credo che un fattore di grande importanza sia l’integrazione europea. Il mio suggerimento ai paesi dell’Europa centro-orientale e ai paesi membri di questa regione, nonché alle loro amministrazioni culturali, è di considerare come aspetto primario nella gestione della situazione europea quella della legittimazione democratica. Anche per quanto riguarda il riconoscimento artistico e culturale in genere, i paesi che sono impegnati nella sfida di realizzare il processo d’integrazione salvaguardando la propria identità culturale necessitano di legittimazione democratica. Senza di essa mi sembra evidente che non vi saranno né pace, né libertà né futuro.
 
 

 

 
 
 
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