Trieste Contemporanea dicembre 2002 n.10/11
 
L'impegno principale nelle attivita'
 di cooperazione del CEI
La cultura in Europa

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di Harald Kreid

“Venezia è sempre un posto ideale per le arti e gli artisti. L’intera città è un’opera d’arte suprema, ma Venezia ha anche imposto la sua reputazione come un forum contemporaneo e la sua Biennale è giustamente famosa in tutto il mondo. Creare all’interno degli obiettivi della Biennale una sorta di punto di riferimento rappresentativo dei paesi dell’Europa orientale si adatta perfettamente con lo scopo dell’Iniziativa Centro Europea, un’organizzazione sorta nel 1989 e comprendente al momento diciassette stati membri con sede centrale a Trieste. Tra i numerosi campi di attività della CEI la cultura e le arti occupano un posto principale. Infatti quasi il 40% delle attività di cooperazione da noi promosse quest’anno sono legate alla cultura. Non c’è da sorprendersi quindi che accogliamo con favore questa idea proposta da Trieste Contemporanea di organizzare, a margine della cornice della Biennale, un incontro dedicato agli aspetti della scena artistica e alle peculiarità con cui gli artisti si confrontano nei paesi dell’Europa centro orientale.
Sono particolarmente felice che l’appuntamento abbia riunito insieme rappresentanti delle organizzazioni artistiche, direttori e curatori di musei e gallerie che sono intimamente coinvolti con le questioni dell’approvazione pubblica e del sostegno governativo all’arte contemporanea in un periodo di transizione dal controllo statale verso i mercati competitivi. Le ripercussioni di tale transizione nella scena artistica sono degne di analisi perché siamo sul punto di ritrovarci di fronte a un dilemma: da una parte l’artista creativo ha bisogno di libertà d’espressione per poter sviluppare il suo completo potenziale, dall’altra parte gli artisti necessitano del sostegno e dell’incoraggiamento della società e dello stato altrimenti non riescono a sopravvivere lasciati soli senza sponsor. E allora come affrontano la situazione i governi di questi paesi in transizione? E cosa possono fare per aiutarli il mondo esterno e le organizzazioni come la CEI?
Scambiarsi opinioni su queste ed altre importanti domande riguardo la situazione delle arti nel contesto sopra citato dovrebbe davvero risultare essere un esercizio utile e forse addirittura necessario. I miei migliori auguri per affrontare l’impresa, vi assicuro che la CEI è sempre aperta per collaborare con voi in questo tentativo.”
 
 

 

 
 
 
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