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25 novembre 2017

progetto h/c. transparadiso

inaugurazione alle ore 18

Nella mostra transparadiso esporrà una selezione di progetti che partono dalla produzione di desiderio per trattare temi di carattere urbanistico: “On the Slim Probability”, nGbK, Berlino (D), “Du bakchich pour Lampedusa”, Sousse (TUN), e “The First World Congress of the Missing Things”, Baltimore (USA). Come in molti dei progetti che ha realizzato, transparadiso anche a Trieste creerà una situazione specifica per coinvolgere persone con diversi interessi. A differenza di altre richieste di partecipazione alle pianificazioni urbanistiche, che vengono rivolte in modo spesso generico, transparadiso usa motivare attentamente chi coinvolge, a quale stadio progettuale e per quali scopi.

Gli interventi artistico-urbani che transparadiso crea vogliono restituire la voce e la responsabilità alla popolazione locale.

Inaugurazione sabato 25 novembre,ore 18. La mostra resterà aperta fino al 13 dicembre.

Questa mostra è un evento del progetto “Harbour for Cultures”
con il contributo di

 

Elenco dei lavori esposti:

1. “On the slim probability”
“Part of the Game”, nGbK, Berlin/ D, 2015
Intervento urbano sulla Karlhorst Racetrack/ Berlino.

Scommettere è di solito espressione di una ricerca disperata di fortuna.
Più precarie sono le condizioni di vita, più le persone tendono a scommettere. Le scommesse sulle corse dei cavalli, al contrario, hanno spesso la patina di una gloria passata, dove ricchi e poveri si mescolano. Il gioco d’azzardo e l’imprevedibilità dei cavalli tendono ad affiancare disperazione e fortuna di breve durata – fino alla prossima scommessa.
E’ stata una scommessa differente, e senza oneri, quella offerta sul tracciato della corsa di Karlhorst: la scommessa di realizzare una piccola situazione – per riconsiderare i valori comuni. La scommessa vincente era la numero 1: “la rivalutazione contribuisce alla prosperità di questo quartiere”. L’intervento urbano vincente era la doratura del tombino di copertura di una conduttura all’angolo di Treskower Allee / Am Carlsgarten.
“Essere ‘parte del gioco’ richiede la partecipazione in uno spazio delimitato, vincolato da regole. I giochi sono rappresentazioni semplificate della società nelle quali particolari relazioni e pratiche.sono provate ripetutamente e competitivamente. Alcuni giochi sono esattmente questo: dei giochi e niente di più. Ma altri giochi – quelli giocati con la politica, i soldi, il potere, lo spazio – ci riguardano sia se facciamo parte del gioco, sia se non ne facciamo parte. Significa prendere la città stessa, come tavolo su cui giocare. Sei posizioni artistiche si interrogheranno sul significato del gioco in sé, attueranno la ludicizzazione di istanze correnti, si domanderanno se è possibile non stare al gioco ed esploreranno i vari modi nei quali la città è sempre e comunque un luogo – un campo di giochi multipli, contrastanti e conflittuali.” (nGbK)

“On the slim probability“
stampa lambda
42,5 x 69,5 cm
2014 / 2017

2. “Du Bakchich pour Lampedusa”
Sousse/ TUN, 2014
“Du Bakchich pour Lampedusa”, facendo parte del progetto artistico pubblico “Bye, bye, bakshish système” (finanziato dall’ONU per lo Sviluppo) che affronta la questione della corruzione in Tunisia, espande questo tema al contesto europeo e ai rapporti con la corruzione e il prelievo dal reddito dei costi per i servizi sociali statali che si traduce in una disuguaglianza sociale continua  e perciò anche in una perpetua problematica dei rifugiati che entrano in Europa a rischio della vita per un presunto futuro migliore.

In occasione di “Bakshish for Lampedusa” un contenitore per la spazzatura è stato trasformato in un gigantesco salvadanaio, collocato come una scultura proprio di fronte alla Grande Moschea nella città di Medina a Susa e circondato da schermi che garantivano una riservatezza simile a quella delle cabine elettorali. I residenti di Susa sono stati invitati a mettere nel salvadanaio il 10% dei loro redditi irregolari degli ultimi tre anni. Alla cerimonia di chiusura ufficiale le donazioni sono state destinate all’organizzazione umanitaria “African Intelligence” che offre assistenza ai rifugiati di Lampedusa (fondata e diretta da Padre Jonathan; operante a Sfax, da dove partono i rifugiati per Lampedusa) .

“Du Bakchich pour Lampedusa”
disegno per tappeto “10%”
matita colorata su carta
75 x 105 cm
2016

“Du Bakchich pour Lampedusa”
video, 4’56”
2016

“letter to the citizens of Sousse”
testo, 29,7 x 21 cm

3. “Shared values, Ambulant Gardens, and Other Spaces”

Come parte del progetto Harbour of Cultures transparadiso ha invitato la gente a partecipare ad una passeggiata/workshop  poetica e visionaria nel Porto Vecchio di Trieste per coltivare desideri individuali, per creare una comunità in quest’area controversa. Sono stati messi a disposizione dei tappeti usati di diversa provenienza per permettere ai partecipanti di posizionare i loro desideri in un luogo concreto del Porto Vecchio. I tappeti si riferiscono al pensiero di Michel Foucault e al suo concetto di giardino come l’esempio più antico di eterotopia. Per l’esposizione i tappeti sono stati ricamati con delle parole-chiave selezionate dai contributi internazionali raccolti per Harbour for Cultures.

“Shared values, Ambulant Gardens, and Other Spaces”
tappeti usati, ricamo
dimensioni varie
2017

4. “World Congress for the Missing Things”
Baltimore/ Lexington Market, USA, 2014
Vienna/ Aspern Lake City, A, 2014
4th Ural Industrial Biennial/ Ekaterinburg, RUS, 2017

Il “World Congress for the Missing Things” è un metodo sviluppato da Barbara Holub per restituire la responsabilità alla gente del luogo – utilizzato per la prima volta nel centro-città di Baltimora/ USA, precedentemente fiorente e ora abitato da senzatetto, da tossicodipendenti e da ex detenuti. Con l’uso del concetto di congresso, un format di produzione di conoscenza riconosciuto, l’artista crea delle configurazioni non gerarchiche che modificano questo concetto usualmente esclusivo, e svolgendolo un “congresso” in uno spazio pubblico e accessibile a tutti.

Quanto alle“Missing Things”, non si riferiscono a categorie scientifiche ma è un tema aperto all’interpretazione personale. Nella cerimonia di chiusura la “Charter of Missing Things”  stata  consegnata al sindaco di Baltimora.

Dopo il primo congresso di Baltimora, Barbara Holub ha esplorato il metodo di produzione di desideri in varie sedi, recentemente come passeggiata urbana/ workshop a Ekaterinburg/ RUS ed è in procinto di preparare un altro congresso di “Missing Things”.

“The First World Congress of the Missing Things”
stampa digitale su pannello di alluminio, 119 x 84 cm
2014

“The First World Congress of the Missing Things”
video, 11’26“
2014

“The Second World Non-Congress of the Missing Things”
stampa digitale su pannello di alluminio, 119 x 84 cm
2014

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associato al progetto: harbour for cultures