programma

dal 7 Maggio al 12 Giugno 2005

premio giovane emergente europeo trieste contemporanea 2005

"scream" di nika radic (croazia)

Nika Radic, scream, 2005

Dopo la suggestiva parentesi dedicata alle incisioni su rame di Vittorio Pavoncello, Trieste Contemporanea torna a porsi come osservatorio privilegiato dell’arte contemporanea dell’Europa centro orientale inaugurando sabato 7 maggio, alle ore 18,30, presso lo Studio Tommaseo, un’esposizione dedicata alla giovane artista croata Nika Radic, vincitrice del Premio Giovane Emergente Europeo Trieste Contemporanea 2005.

Organizzata in collaborazione con l’Istituto per l’Arte Contemporanea di Zagabria, curata da Janka Vukmir e realizzata col contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’esposizione rientra in un più ampio progetto di valorizzazione e di promozione di artisti stranieri ideato da Trieste Contemporanea allo scopo di accrescere la conoscenza e la collaborazione tra i diversi paesi dell’Europa centro orientale. Un’occasione di confronto con realtà spesso sconosciute, quindi, per individuare significativi talenti e continuare a mantenere un ruolo attivo nello stimolare la curiosità e l’interesse verso le dinamiche d’incessante trasformazione dell’arte contemporanea.

Dal 1999 opportunità di realizzazione di un progetto espositivo comprensivo di catalogo, il Premio Giovane Emergente Europeo Trieste Contemporanea ha rivelato alle cronache artisti del calibro di Gia Edzgveradze (Georgia), Mojca Osojnik (Slovenia), Gaetano Mainenti (Italia), Pawel Althamer (Polonia) e Nicolae Comanescu (Romania) che, seppur con opere caratterizzate da una notevole eterogeneità linguistica, hanno contribuito a comporre sinora un quadro sufficientemente esaustivo delle tendenze in atto in contesti geograficamente e culturalmente distanti.

Selezionata all’interno di una vasta rosa di candidati dalla curatrice e direttrice dell’Istituto per l’Arte Contemporanea di Zagabria Janka Vukmir, Nika Radic plasmerà lo spazio dello Studio Tommaseo con Scream (L‘urlo), una video installazione realizzata appositamente per l’esposizione e concepita durante una residenza d’artista in Islanda.

Attraverso un breve corridoio che progressivamente si restringe, si giunge a visionare un filmato in cui i protagonisti, immersi in una fredda luce bianca e ripresi mentre gridano la loro collera in un islandese a noi incomprensibile, sono contemplati da uno sguardo non intenzionato a risalire ai motivi originari del loro malessere, ma soltanto a raffigurarli come incapaci di reagire realmente al disagio. Obiettivo dell’opera, in linea con la personale poetica della giovane artista, è quello di focalizzare l’attenzione sulla progressiva impossibilità di comunicare che segna in profondità la condizione psicologica dell’uomo contemporaneo, impedendogli una reale percezione del rapporto con l’altro e dando luogo ad un inarrestabile processo di smarrimento della propria identità.

A corredo dell’esposizione, Radionica, la prestigiosa rivista edita dall’Istituto per l’Arte Contemporanea di Zagabria, pubblicherà un numero monografico interamente dedicato a Nika Radic. La pubblicazione, oltre a fungere da catalogo per l’esposizione, sarà l’occasione per raccogliere per la prima volta in un volume un numeroso corpus di scritti dedicati all’artista croata.

Nata a Zagabria nel 1968, Nika Radic si diploma al dipartimento di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Zagabria. Ospitata successivamente per lunghi periodi di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, arricchisce ulteriormente il suo percorso formativo con gli studi di Storia dell’Arte all’Università di Vienna. Dal 1990 a oggi i suoi lavori sono stati presentati in numerose esposizioni personali e collettive, ricevendo diversi premi e segnalazioni da parte di giurie di concorsi internazionali. Tra le personali del 2004 spiccano Cocoon al Museo d’Arte Contemporanea di Zagabria, Ohne Worte alla Galleria Grita Insam di Vienna, Speech alla Galleria Miroslav Kraljevic di Zagabria e Journal al Living Art Museum di Reykjavik.