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7 Dicembre 2019

chiaro attivo di gian carlo venuto

Gian Carlo Venuto, Manicomio, 1975, 150×150 cm (photo courtesy Ciol)

Sabato 7 dicembre alle ore 18, verrà inaugurata allo Studio Tommaseo di Trieste (via del Monte 2/1) la retrospettiva dell’artista GIAN CARLO VENUTO intitolata Chiaro attivo 1975-1979. Opere pittoriche a margine di Villa Fulcis.

Promossa da Trieste Contemporanea e progettata dall’artista per lo spazio triestino, la mostra presenta una selezione delle opere realizzate nella seconda metà dei Settanta da Gian Carlo Venuto e segnate dall’esperienza condotta a Villa Fulcis a fianco di Franco Basaglia.
Alcune, le prime, sono nate a diretto contatto con gli ‘ospiti’, come venivano chiamati i 56 degenti che nel 1975, da Trieste, furono condotti nel bellunese, nella villa settecentesca, per vivere un’esperienza dove l’arte fondava, attraverso la libera espressività, le questioni umane primarie.
Si trattava di un progetto cui partecipavo in veste di studente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia“ ricorda Venuto “e sinceramente è stata un’esperienza che mi ha profondamente modificato: mi ha portato ad azzerare la tavolozza, mi ha legato ai temi sociali e condotto a un impegno che negli anni a venire ha direttamente guidato il mio lavoro. Potrei dire sino al 1979”.
Chiaro attivo è il titolo che spiega la tensione verso il monocromo (chiaro), che diviene ‘attivo’ sia nel processo chimico innescato dal carbonato di calcio usato, sia nel percorso umano e sociale mosso dall’esperienza dell’artista a fianco degli ‘ospiti’ e di Franco Basaglia.

Alcune testimonianze che ripercorrono il lavoro svolto dai partecipanti ai laboratori di Villa Fulcis (disegni originali, documenti, fotografie e filmati) saranno parte integrante della mostra.
L’esposizione si potrà visitare fino al 15 gennaio 2020.

Gian Carlo Venuto, nato a Codroipo nel 1951, ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Venezia e di Torino e all’Accademia di Brera a Milano.

1975-79. Partito da esperienze astratto-informali e successivamente legate alla pittura monocroma e alla nuova figurazione, il curriculum degli anni di cui la mostra rende conto, lo vede dedicato a esperienze di animazione culturale e di promozione del reinserimento sociale e impegnato intorno al 1975-78 in attività di ricerca alternativa nell’ambito dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 1975 alla guida dei laboratori artistici e di performance a Villa Fulcis (Belluno), dove l’Ospedale Psichiatrico di Trieste aveva una sede estiva. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale d’Arte di Roma “la nuova generazione” e vince la borsa di studio dell’opera Bevilacqua la Masa di Venezia (con mostra personale nella sede di San Marco l’anno successivo). Nel 1976 è Premio Lubiam e Premio Michetti e partecipa alla Biennale d’Arte delle Alpi di Arta Terme. Dal 1976 al 1979 produce happenings di controcultura con il gruppo culturale giovanile C.C.C.I. di Codroipo. Nel 1978 realizza una importante mostra personale alla Galleria Sagittaria di Pordenone ed infine nel 1979 la sua ricerca di autoanalisi e autoritrattazione produce la personale al C.I.A.C. di Udine, dall’emblematico titolo “Comunicazione”.