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23 novembre 2022

videospritz
the signature of certain things

inizio alle ore 18

Zbyněk Baladrán, The Signature of Certain Things, 2022, still dal film (courtesy Gandy gallery)

Trieste Contemporanea è lieta di presentare mercoledì 23 novembre alle ore 18 allo Studio Tommaseo il film The Signature of Certain Things (UHD, 2022,15’31”) di Zbyněk Baladrán.
Il film è introdotto da Nadine Gandy ed è il lavoro che l’artista boemo presenta in occasione del trentesimo anniversario della Gandy Gallery, fondata a Praga nel 1992, come riflessione sul funzionamento della scena artistica degli ultimi decenni.
Diviso in nove capitoli, il film, basandosi proprio sull’esperienza pratica della Gandy Gallery esamina il rapporto tra l’opera d’arte nel suo insieme, i suoi segni, le sue firme, e il background istituzionale, diventando un vero e proprio saggio audiovisivo, in formato 8mm digitalizzato. La manipolazione digitale e la sperimentazione con le immagini in movimento vi giocano un ruolo importante: le domande affrontate sulle contraddizioni dell’arte e sui suoi effetti nella società sono infatti commentate attraverso i mezzi formali di produzione del film stesso.
The Signature of Certain Things, viene presentato a Trieste dopo la sua partecipazione alla fine di ottobre al 26th Ji.hlava International Documentary Film Festival di Praga, uno dei festival europei più interessanti per il film documentario e uno dei più importanti nell’Europa dell’Est.
L’evento Videospritz di Trieste Contemporanea accoglie nuovamente a Trieste Zbyněk Baladrán a pochi mesi dalla sua mostra personale Out of Control, svoltasi allo Studio Tommaseo nel mese di maggio, ed è organizzato in collaborazione con la Gandy Gallery.

Zbyněk Baladrán (1973) nasce a Praga dove vive e lavora. È autore, artista, curatore di mostre e di allestimenti di arte contemporanea. Studia a Praga storia dell’arte all’Università Carolina e nuovi media all’Accademia di Belle Arti. Nel 2001 co-fonda Display–Association for Research and Collective Practice, dove lavora come curatore e organizzatore. Ha esposto internazionalmente, in rassegne e musei tra cui Manifesta 5 (San Sebastián, 2004), la 11a Biennale di Lione, la 56a Biennale di Venezia (2013), il MoMA di New York (2015). È rappresentato dalla Galleria Jocelyn Wolff a Parigi, dalla Galleria Gandy a Bratislava, da Hunt Kastner a Praga e dalla cooperativa Salvator Rosa.

La Galleria Gandy è stata fondata a Praga (Cecoslovacchia) da Nadine Gandy nel 1992, poco dopo la caduta del comunismo nell’Europa centrale e orientale, quando la morsa sulla creazione locale si era appena allentata. Per mitigare gli effetti della lunga rottura con l’Occidente, le prime mostre sono state dedicate ad artisti come Patrick Raynaud (1992), Nan Goldin (1996, 1998), Jonas Mekas (1996), Joseph Grigely (2001), Matali Crasset (2002) o Douglas Gordon (1997) e anche presentando gli artisti cechi Vaclav Stratil e Jiri David. La galleria si è poi trasferita a Bratislava (Slovacchia) nel 2005. La centralità geografica di questa città (vicina all’Austria, alla Repubblica Ceca, all’Ungheria, ai Balcani…) che le conferisce una posizione di crocevia di culture, ha spinto Nadine Gandy a promuove ricerche, scoperte, sperimentazioni e “relazioni in corso” puntando decisamente i riflettori sugli artisti dei paesi dell’Est Europa, il cui lavoro è gravemente privo di visibilità. Attualmente la galleria riunisce una trentina di artisti, per lo più provenienti dai paesi dell’ex Unione Sovietica (tra di essi Zbyněk Baladrán, Zorka Saglova, Alva Hajn, Ilija Šoškić, Jana Želibská, Marysia Lewandowska) il cui lavoro affronta questioni legate all’identità, alla memoria, al corpo, alla migrazione e al lavoro di archiviazione. Nel 2012, il governo francese ha conferito a Nadine Gandy il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere. Nel 2021, in prospettiva del suo futuro trentesimo anniversario, la galleria ha fondato l’associazione non profit ZoomEuropa.